L’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” trae le sue origini dal Collegio dei Cinesi, fondato da Matteo Ripa, sacerdote secolare e missionario, che dal 1711 al 1723 aveva lavorato, in qualità di pittore ed incisore su rame, alla corte dell’imperatore mancese Kangxi. Egli condusse con sé, al suo ritorno a Napoli, avvenuto nel novembre 1724, quattro giovani cinesi insieme ad un loro connazionale, maestro di lingua e scrittura mandarinica, primo nucleo della istituzione.
Sarà Clemente XII, con breve del 7 aprile 1732, ad offrire un riconoscimento ufficiale al Collegio dei Cinesi, che aveva come scopo la formazione religiosa e l’ordinazione sacerdotale di giovani cinesi destinati a propagare il cattolicesimo nel loro paese.
Tra gli scopi del Collegio era prevista in origine anche la formazione di interpreti, esperti nelle lingue dell’India e della Cina, al servizio della Compagnia di Ostenda, costituita nei Paesi Bassi con il favore di Carlo VI d’Asburgo, per stabilire rapporti commerciali tra i paesi dell’Oriente Estremo e l’Impero Asburgico, nel cui ambito rientrava il Regno di Napoli. Al Collegio si era aggiunto, già ai tempi di Matteo Ripa, un convitto per l’educazione a pagamento di giovani napoletani, convitto ove nel Settecento soggiornarono, tra gli altri, Sant’Alfonso Maria de’ Liguori e il venerabile Gennaro Sarnelli.
Dal 1747, furono ammessi al Collegio giovani provenienti dall’Impero Ottomano (albanesi, bosniaci, montenegrini, serbi, bulgari, greci, libanesi, egiziani) allo scopo di ricevere formazione religiosa e ordinazione sacerdotale perchè poi potessero svolgere attività missionaria nei paesi di origine.
Dal 1736 fino al 1888 una Congregazione di preti secolari - la Congregazione della Sacra Famiglia di Gesù Cristo - provvide all’educazione sia dei collegiali che dei convittori. Dopo l’Unità d’Italia il Collegio dei Cinesi fu trasformato nel 1868 in Real Collegio Asiatico, articolato in due sezioni: quella, antica, missionaria e una nuova, aperta a giovani laici interessati allo studio delle lingue parlate nell’Asia Orientale. Prima ancora della riforma voluta nel 1878 dal Ministro della P.I., Francesco De Sanctis, già era stato introdotto l’insegnamento dell’arabo e del russo.
Dopo la riforma De Sanctis furono inaugurati gli insegnamenti dell’ hindi e dell’ urdù, nonché del persiano e del greco moderno. Nel dicembre del 1888 una legge dello Stato trasformò il Real Collegio Asiatico in Istituto Orientale.
Con tale riforma fu soppressa la sezione missionaria e il nuovo Istituto fu equiparato ad università, laddove il Real Collegio Asiatico era considerato scuola secondaria superiore. L’Orientale si configura oggi come la più antica scuola di sinologia e di orientalistica di tutto il continente europeo: il cinese mandarinico, scritto e parlato, vi è stato insegnato dalla fine del 1724, mentre l’hindi e l’urdù dal 1878.
Attualmente “L’Orientale” è specializzata negli insegnamenti linguistico-letterari e storico-artistici inerenti l’Oriente e l’Africa, senza trascurare le culture espresse dai paesi mediterranei, dall’Europa e dalle Americhe.
Cenni storici a cura del prof. Michele Fatica