fonte: https://web.unisa.it/ateneo/storia/nascita-universita
L'avvio degli Studi nella città di Salerno risale al secolo VIII d.C. grazie alla nascita della celeberrima Scuola medica salernitana, autorevolissima e prestigiosissima istituzione sanitaria che conservò la sua importanza per tutto il medioevo. Oltre all'insegnamento della Medicina, nello Studio salernitano erano impartiti anche gli insegnamenti di Filosofia, Teologia e Diritto.
Secondo alcuni storici, soltanto dopo la seconda metà del IX secolo, con la costituzione del principato longobardo di Salerno, è possibile collocare la nascita di un'istituzione che svolgesse la funzione di formare e laureare medici, con un rapporto di filiazione diretto della tradizione medica salernitana dalla medicina antica, ipotizzando un suggestivo percorso plurisecolare che connette l'antichità greco-romana all'età longobarda e attribuisce a Salerno il primato cronologico, rivendicato dallo Studio bolognese, quale più antico insediamento universitario europeo.
Ottenuto un primo riconoscimento giuridico nelle Costituzioni federiciane di Melfi (1231) e la qualifica di Studium al tempo di Corrado II, la Scuola medica salernitana riceve da Carlo d'Angiò il suo primo statuto (1280) e in seguito vede riconosciuto dalla regina Giovanna il valore legale della licenza rilasciata agli studenti (1359), emancipandosi dal monopolio esercitato fino a quel momento dallo Studio di Napoli, creato da Federico II nel 1224.
La sua vita prosegue tra alterne vicende, seguendo le sorti del Regno di Napoli, fino a quando, nel 1811, Gioacchino Murat, con l'intento di riorganizzare l'istruzione pubblica nel Regno napoletano, decide di chiudere l'Università di Salerno trasformandola in un "Real Liceo". I Licei erano delle vere e proprie scuole universitarie collocate nelle maggiori città del Regno e dipendevano tutti dall'Università di Napoli. Con la restaurazione borbonica nel Regno delle Due Sicilie questo sistema universitario rimase pressoché invariato, e anzi subito dopo la restaurazione, con decreto del 14 gennaio 1817, Re Ferdinando I di Borbone stabilì che a Salerno, come a Bari, all'Aquila e a Catanzaro, i Reali Licei impartissero gli insegnamenti di diritto e notariato, anatomia e fisiologia, chirurgia ed ostetricia, chimica e farmacia, medicina legale e scienze varie.
Le attività dello Studio Salernitano, durate per secoli, vengono soppresse definitivamente poco dopo l'unità d'Italia con la chiusura nel 1865 del Real Liceo, il cui Convitto divenne il Liceo-Ginnasio "Torquato Tasso".
Ciò avvenne perché il governo sabaudo del neonato Regno d'Italia allargò la propria organizzazione universitaria a tutti gli stati preunitari in seguito alle proprie annessioni, e naturalmente anche il diverso sistema universitario dell'ex Regno delle Due Sicilie dovette essere completamente riformato e conformato alle nuove politiche nazionali. Bisognerà attendere circa un secolo per veder risorgere un Ateneo a Salerno.
Risale infatti al 1944 la costituzione di un Istituto universitario di Magistero nella città, fortemente voluto da Giovanni Cuomo, il quale divenne statale nel 1968, trasformandosi nella Facoltà di Magistero dell'Università degli Studi di Salerno. Nel giro di pochi anni la Facoltà di Magistero venne affiancata da numerose altre che contribuirono, ognuna per la propria parte, alla formazione di un importante polo universitario. Nel 1969 fu istituita la Facoltà di Lettere e Filosofia, nel 1970 la Facoltà di Economia e Commercio, nel 1972 le Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali e di Giurisprudenza, nel 1983 il corso completo di Ingegneria, nel 1991 la Facoltà di Farmacia, nel 1992 quella di Scienze Politiche, nel 1996 quella di Lingue e Letterature Straniere, nel 2006 infine la Facoltà di Medicina e Chirurgia.
I rettori succedutisi alla guida dell'Ateneo sono: